MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata)
L’Ospedale MG Vannini dispone di un’apparecchiatura moderna e sofisticata per l’esecuzione della MOC (Prodigy Lunar 80) che garantisce una gestione ottimale del paziente e dello studio.
Questa apparecchiatura fornisce in modo efficiente analisi accurate della densità minerale ossea (BMD) e altre analisi della composizione corporea. La densità minerale ossea è una misura della quantità di minerali (massa minerale ossea) contenuti in un centimetro cubo di osso (volume).
La densità minerale ossea è un indicatore della resistenza delle ossa alle fratture: valori di BDM inferiori al normale sono indicativi di una certa fragilità ossea e di una certa suscettibilità, da parte dello scheletro, a subire fratture.
La MOC non necessita di alcuna preparazione specifica e dura poco tempo (dai 20 ai 30 minuti). L’unica misura preparatoria, a cui i pazienti devono attenersi, riguarda l’abbigliamento da indossare nel giorno dell’esame e consiste nell’evitare qualsiasi abito o accessorio (es: collane, orecchini ecc.) con parti in metallo. Salvo diversa indicazione, non è prevista la svestizione.
Il Tecnico di radiologia che La prenderà in carico Le chiederà di sdraiarsi su un lettino dove lo strumento di emissione dei raggi X, situato sotto il materassino, è accoppiato a un braccio mobile che contiene il rilevatore dei raggi e che scorre lungo il corpo.
L’esame così effettuato permette di misurare la densità minerale nelle ossa solitamente di un’area ben delimitata dello scheletro come la colonna lombare e il collo del femore. Solo in alcune circostanze la scansione riguarda l’intero corpo.
Prodigy Lunar 80 procede in modo automatico, indicando la densità minerale in grammi per centimetro cubo.
La MOC consente:
- la diagnosi di condizioni come l’osteoporosi e l’osteopenia, che si caratterizzano per una riduzione, rispetto ai livelli considerati normali, della densità minerale ossea;
- la valutazione della terapia farmacologica per le sopraccitate condizioni. La conoscenza di quale efficacia ha un certo farmaco è utile al medico per capire se è necessario o meno apportarvi un cambiamento;
- il monitoraggio degli effetti sullo scheletro delle assunzioni prolungate di farmaci corticosteroidi (es: prednisone). I corticosteroidi sono dei potenti antinfiammatori, il cui utilizzo per lunghi periodi di tempo può avere diversi effetti collaterali, tra cui osteopenia od osteoporosi;
- la stima di quanto un individuo è a rischio di fratture scheletriche;
- il monitoraggio di condizioni che, tra i vari sintomi provocati, determinano anche un abbassamento della densità minerale ossea (osteopenia od osteoporosi secondaria). Tra le condizioni in questione, si segnalano: il mieloma multiplo, la sindrome di Cushing, l’ipertiroidismo, l’iperparatiroidismo, la menopausa precoce, la carenza di vitamina D e l’alcolismo.
Come tutti i test ai raggi X, la MOC è da considerarsi una procedura minimamente invasiva, in quanto prevede l’esposizione del paziente a una bassa dose di radiazioni ionizzanti, nocive per l’essere umano.
Radiazioni ionizzanti a parte, la MOC non presenta altri effetti collaterali; quindi, è indolore, non lascia alcun segno sulla cute.
La MOC è controindicata a:
- donne in stato di gravidanza, in quanto le radiazioni ionizzanti emesse dalla strumentazione potrebbero essere causa di anomalie fetali, pertanto compromettere il normale sviluppo fetale;
- soggetti con una protesi metallica all’anca (se l’anca è una delle sedi oggetto d’indagine della MOC);
- soggetti sottoposti a fusione spinale (se la colonna vertebrale è una delle sedi oggetto d’indagine della MOC);
- persone che si sono sottoposte in tempi recenti (10 giorni prima è il limite massimo) a un esame ai raggi X con mezzo di contrasto (es: bario). Diversamente dalle precedenti, è una controindicazione temporanea. Infatti, una volta che l’organismo ha eliminato completamente il mezzo di contrasto, l’individuo che necessita della MOC può sottoporsi a quest’ultima senza alcun pericolo.
La mineralometria ossea computerizzata consente, come detto, di diagnosticare un’eventuale demineralizzazione della struttura ossea. Per la definizione del quadro diagnostico si utilizzano due indici: il T-score e lo Z-score; trattasi di due indici statistici che rendono possibile il confronto dei valori di BMD (Bone Mineral Density) di un determinato soggetto con i valori medi di BMD relativi una popolazione di riferimento definita come “sana”. Un valore negativo di T-score e Z-score indica che il soggetto è sotto la media, più lo è e maggiori sono i rischi di fratture. Generalmente il T-score viene utilizzato in soggetti di età superiore ai 30 anni, mentre lo Z-score viene usato in soggetti da 0 a 30 anni.
Basandosi sulle indicazioni dell’OMS rientrano nella norma tutti coloro in cui il T-score è non inferiore a -1; se i valori sono compresi tra -1 e -1,5 la diagnosi è osteopenia iniziale; per valori compresi tra -1,6 e -2,5 si parla di osteopenia; se il T-score è uguale o inferiore a -2,5, ma vi è assenza di fratture la diagnosi è osteoporosi; si parla invece di osteoporosi severa se il T-score è uguale o inferiore a -2,5 e il soggetto in questione ha subito una o più fratture atraumatiche oppure fratture per traumi di lieve entità.
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